(Italiano) A proposito di Twitter e della (mancata) conversazione

Recentemente Sysomos ha rilasciato alcuni dati che mostrano come solo il 29% dei Tweet produca effettivamente una reazione (6% Retweet e 23% Replay). A questi dati sono ovviamente seguiti una serie di commenti a proposito del lato social di Twitter o della sua natura Broadcasting.
L’idea alla base di questo ragionamento è che se su Twitter le persone non chiaccherano allora la dimensione social si perde a favore di un’infinita serie di messaggi individuali rivolti alla massa. Di fronte a questo ragionamento è però forse opportuna una riflessione sui dati proposti dalla icerca Sysomos.

Stando a quanto dichiarano Sysomos ha analizzato 1,2 miliardi di tweet inviati negli ultimi due mesi alla ricerca dei segni classici di interazione RT o @.
Ovviamente, e non poteva essere altrimenti, all’interno di questa enorme qauntità di tweet ricade ogni account tweeter: dal ragazzino al politico dal techguru al New York Times. Una prima considerazione va quindi fatta a qeusto proposito. Come è stato osservato più volte (qui e qui ad esempio) tipologie di account diverse comportano livelli e tipologie di interazione diverse. Se infatti magari è comune retweetare il tweet di un sito di informazione potrebbe essere molto meno comune rispondere direttamente a quel tweet con un @reply. Come abbiamo osservato anche sui dati di FriendFeed gli utenti tendono a non conversare la dove non percepiscono un utente reale dietro all’account.
Una seconda considerazione va fatta sul significato dei numeri quando si osservano universi complessi e multisfaccettati come Twitter. Se pensiamo a Friendfeed – di cui il progetto SIGSNA si occupa con più continuità – è probabile che troveremo molti ultenti pronti a sostenere che all’interno di questo servizio la dimensione social sia estremamente forte. Eppure se prendiamo i dati globali (come ha fatto Sysomos per Twitter) scopriamo che il tasso di commenti medi per ogni messaggio postato è di solo o,14. In pratica un commento ogni dieci entries.
Questo dato – così come quello relativo a Twitter – perde però la complessità delle pratiche e degli usi (locali e specifici) che si possono nascondere dentro ad una prospettiva globale. Se infatti restringiamo il campo di osservazione e, ad esempio, ci concentriamo solo sugli utenti italiani scopriamo che il tasso medio di commenti per ogni messaggio postato sale a 1,23.
Questa vistosa differenza ci suggerisce come localmente esistano pratiche geograficamente determinate ed una comunità estremamente attiva  che risultano però invisibili ad un’osservazione globale.
In quest’ottica una certa prudenza nella lettura dei dati e nel trarre facili conclusioni è sempre opportuna.